martedì 3 agosto 2010

L'auberge suedoise

Ho smesso di vedere un minuto fa "L'appartamento spagnolo". Ho il groppo in gola ed un sentore di inutilità terrificante, cosa che mi colpisce quando vedo un film che mi tocca da vicino.
Il 31 gennaio 2008 ho firmato la richiesta per un colloquio per essere preso in considerazione nel calderone chiamato Erasmus. Sei mesi in Svezia. Sono partito, manco a farlo apposta, il 31 gennaio 2009 alle 11:00 del mattino.

Sono andato lassù dopo uno dei periodi più travagliati. Affaracci con le (poche) donne, crisi universitaria, lavoro duro e pochi soldi.

I sei mesi lassù li ho passati in buona parte da solo, condividendo qualche serata con gli amici più fidati e senza lasciarmi troppo trascinare nella bolgia, un pò come faccio qua.

Non potrò dimenticare i ritmi Erasmus, i giovedì studenteschi, i venerdì che sono sabati anticipati, i sabati veri e propri. Le domeniche hangover.

La parola Kottbullar, bellissima da pronunciare come "stannar vid Gronsakstorget" e "Sju sjosjuka sjomannen skottes av sju skona sjukskoterskor".

Rockbaren, Sticky Fingers, Cafè Olof & the guy of Cafè Olof, Pizzeria Mums, le partite degli Europei giovanili, i quizzoni, quella volta che mi sono perso in mezzo alla neve e stavo cercando casa, ero una formichina incazzata.

Mangiare una volta al giorno perchè non mi bastavano i soldi, studiare svedese al sabato sera mentre i vicini scopavano, masticare lo snus, girare per i posti più impensabili della città solo perchè non li avevo ancora visti, innamorarmi follemente della coordinatrice degli studenti consapevole che "no, non si può". Scappare da Uddevalla perchè sono finito nelle grinfie di una tossica alcolizzata.

La sera prima di partire ho cucinato tutta la pasta che avevo avanzato assieme ai miei amici, sono partito a mezzanotte del 17 luglio. I 20 minuti di autobus che dividevano Korsvagen dall'aeroporto di Boras li ho fatti piangendo, con la mano insanguinata non so per quale strano motivo.


Attenzione, spoiler


Non per rovinarvi il finale del film, ma alla fine della storia lui scappa dal suo lavoro al ministero e corona il suo sogno di diventare scrittore. Lungi da me dire che so bene e di preciso cosa voglio fare da grande, perchè un'idea ce l'ho, ma a fare quel lavoro ce ne saranno 30 in Italia ad esagerare...ma ogni discussione su quanto è grande la mensola di camera, di che colore comprare il vestito per il compleanno dell'amica o sentire gli amici scegliere un film al cinema che non andrai a vedere perchè non ti piace il cinema, diventa superflua.
Io quell'aereo mi sa che lo riprendo.

4 commenti:

  1. Ti posso mandare un po di snus si vuoi :P hahahaha. Ben scritto!

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  2. By Guardiano-Fede :
    studiare al sabato sera mentre i vicini scopavano, cercare casa sotto la neve......un bell'articolo, semplice, mi è piaciuto un sacco.
    E la storia della tossica ogni volta che la sento mi fà ridere :P

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  3. L'auberge suédois...gran bel film!! Neanche da mettere con l'auberge espagnol. Il mio é stato un po' diverso dal tuo, ma comunque questo posto...mi tocca! Ha det!

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