martedì 22 febbraio 2011

Brizzi e Tom Hanks non avevano tutti i torti

Per tutta la vita ho sognato di diventare grande. Prendevo il treno e ripassavo Metodologia di Ricerca Sociale o Microeconomia, mentre gli altri parlavano di affari, di viaggi di lavoro, bambini che nascevano...
Poi arrivavo davanti al professore e non mi ricordavo niente. "Le va bene 18?". Ok, tutto, pur di diventare grande.
Mi piaceva pensare di prendere il treno ogni mattina, sedermi vicino ad un collega. No, forse non mi piaceva l'idea, anzi è molto meglio sdraiarsi alle Colonne pieno di birra, però li vedevo soddisfatti della vita, contenti di essere su uno schifoso Interregionale da chissà quanti anni. Se devo diventare grande, voglio essere così.
Da lunedì vedremo se la vita dei grandi è davvero così figa. Mi chiedo, più che altro, dove vadano i pomeriggi ripieni di far nulla. Dove andrà la mia barba. Dove andranno gli sms: "Ti va di uscire?". I grandi si chiedono a vicenda di uscire alle 4 del pomeriggio quando non hanno nulla da fare?

lunedì 14 febbraio 2011

E smettila di sentirti al centro dell'universo!

Il mio nonSanvalentino è iniziato con me sdraiato in un corridoio dell'Espresso Bari-Torino, su un vagone che il mio biglietto garantiva prenotato e, invece, era sorprendentemente freddo e chiuso. Con me un'altra decina di sfollati dalla ridente cittadina di Ancona dove la sera prima ero stato in giro per tre ore, senza incontrare anima viva. Sempre più convinto che Trenitalia sia una succursale della trasmissione televisiva "Survivors".
Sono un deluso di San Valentino. Ci credevo, quando ero piccolo e buono. Rompevo i coglioni per passarlo insieme, poi, una volta, la Novese giocava la finale di Coppa Piemonte e non potevo andare a Genova. Quel giorno è finito San Valentino, era semplicemente un giorno del cazzo uguale a quello successivo, quando sono andato al cinema con lei ed era deserto. Nessuno a rompere le balle, nessuna coppietta sbaciucchiosa e chiacchierante. E' lì che ho capito che la differenza fra il 14 febbraio e il 7 ottobre è nulla. E quando ho capito che non avrei dovuto sentirmi obbligato ad offrire una cena (adesso, anche se mi obbligassero, non potrei per ragioni di portafoglio), non ho più avuto la possibilità di non festeggiarne uno. Me li vedo, Valentino e Cupido, il 14 febbraio al ristorante "Capa di puorco" invaso dalle coppiette che si taggano su Facebook anche per chiedere novità su quella fastidiosa colite spastica che aveva colto il partner il giorno prima. Valentino ha il lucidalabbra fuxia e veste con la sobrietà di una velina. Cupido ha i peli delle orecchie in grado di ricevere Telecapodistria ed una canottiera unta. Giocano a carte il mio prossimo nonSanvalentino.

domenica 6 febbraio 2011

Citare altre persone perchè spiegano le cose meglio di me

Non amo pubblicare cose non mie. Stavolta farò un'eccezione. W Nick Hornby.
Mentre aspetto che Yvonne e Brian comprino l'intero contenuto di un espositore di dolciumi, ho un'esperienza terribile, raggelante, orripilante: l'uomo più patetico del mondo mi fa un sorriso di comprensione. L'Uomo più Patetico del Mondo ha enormi occhiali alla Dennis Taylor e denti da coniglio, indossa una giacca a vento giallastra e sporca e pantaloni marroni a coste, lisi alle ginocchia; anche lui è venuto a vedere "Casa Howard" coi suoi genitori, nonostante debba avere quasi trent'anni. E mi lancia il suo piccolo, terribile sorriso perchè "ha visto in me un suo simile". L'episodio mi disturba al punto che non riesco a concentrarmi su Emma Thompson e Vanessa e via dicendo, e quando ritorno in me è troppo tardi: la storia è andata troppo avanti perchè io riesca più a seguirla. Alla fine, c'è una libreria che cade in testa a uno.
Sono pronto a giurare che questo sorriso dell'U.P.P.D.M. è uno dei miei cinque momenti più difficili di tutti i tempi, gli altri quattro lì per lì mi sfuggono. So benissimo di non essere tanto patetico quanto l'uomo più patetico del mondo (lui ha passato forse la notte nel letto di una cantante americana sotto contratto discografico? Ne dubito fortemente); il problema è che lui, chiaramente, questa essenziale differenza fra noi due non la percepisce. Ma è il motivo principale per cui noi, tutti noi, giovani e vecchi, uomini e donne, siamo attratti dal sesso opposto: abbiamo bisogno di qualcuno che ci salvi dai sorrisi comprensivi nelle code davanti alla cassa dei cinema, la domenica sera; qualcuno che ci impedisca di precipitare nella fossa dove vivono gli eterni single, insieme alle loro mamme e ai loro papà. Laggiù non ci voglio tornare; me ne resto tappato in casa per il resto della vita, piuttosto che suscitare quel genere di attenzione lì.