lunedì 14 febbraio 2011

E smettila di sentirti al centro dell'universo!

Il mio nonSanvalentino è iniziato con me sdraiato in un corridoio dell'Espresso Bari-Torino, su un vagone che il mio biglietto garantiva prenotato e, invece, era sorprendentemente freddo e chiuso. Con me un'altra decina di sfollati dalla ridente cittadina di Ancona dove la sera prima ero stato in giro per tre ore, senza incontrare anima viva. Sempre più convinto che Trenitalia sia una succursale della trasmissione televisiva "Survivors".
Sono un deluso di San Valentino. Ci credevo, quando ero piccolo e buono. Rompevo i coglioni per passarlo insieme, poi, una volta, la Novese giocava la finale di Coppa Piemonte e non potevo andare a Genova. Quel giorno è finito San Valentino, era semplicemente un giorno del cazzo uguale a quello successivo, quando sono andato al cinema con lei ed era deserto. Nessuno a rompere le balle, nessuna coppietta sbaciucchiosa e chiacchierante. E' lì che ho capito che la differenza fra il 14 febbraio e il 7 ottobre è nulla. E quando ho capito che non avrei dovuto sentirmi obbligato ad offrire una cena (adesso, anche se mi obbligassero, non potrei per ragioni di portafoglio), non ho più avuto la possibilità di non festeggiarne uno. Me li vedo, Valentino e Cupido, il 14 febbraio al ristorante "Capa di puorco" invaso dalle coppiette che si taggano su Facebook anche per chiedere novità su quella fastidiosa colite spastica che aveva colto il partner il giorno prima. Valentino ha il lucidalabbra fuxia e veste con la sobrietà di una velina. Cupido ha i peli delle orecchie in grado di ricevere Telecapodistria ed una canottiera unta. Giocano a carte il mio prossimo nonSanvalentino.

Nessun commento:

Posta un commento