domenica 29 marzo 2009

La lontananza gli ha dato alla testa


Quello che non mi piace è essere uno studente Erasmus. O forse lo adoro. Non lo so, è un concetto così lontano da quello che mi aspettavo. Il fatto è che vivo nel migliore dei posti possibili, ma la gente intorno a me sembra non concepirlo. Parto dal presupposto che, almeno dalla mia modesta impressione di malato mentale, in Erasmus ogni rapporto è "protetto" da un velo di plastica, come dire che una volta finita quest'esperienza ognuno torna a casa sua. Magari non sarà così, ma la percezione che ho è questa. Ciò che mi da una punta di fastidio è che mi si ripropongono situazioni che vivevo alcuni anni fa, ad esempio in terza o quarta superiore quando uscivo poco e le poche volte che uscivo non sentivo quella sorta di fratellanza che invece mi accomuna con chi mi sta "vicino" ora (quel "vicino" è virgolettato per pure ragioni geografiche).
La mia reazione a tutto ciò è stranamente opposta a quella che avevo un tempo: se prima mi incazzavo, mi chiudevo in silenzio e se possibile uscivo ancora meno di casa, adesso mi butto sul contrario. Parlo tantissimo, a lezione (peraltro accumulando figuracce di dimensioni epocali), alle feste, a cena. Parlo, parlo, parlo, parlo. Filosofeggio, balbetto, inglesizzo, non mi ricordo come si dice una cosa e allora improvviso. Non mi sopporta nessuno e approfitto di ciò perchè, cazzo, se non mi diverto io perchè vi dovete divertire voi? E poi, porca puttana, chi siete voi per potervi divertire mentre a me girano i coglioni (per nulla, aggiungerei)?
Non voglio generalizzare la situazione, anzi, ho trovato delle persone molto amichevoli e che mi irritano molto meno rispetto ad altre (come accade in qualsiasi circostanza della vita), per cui con queste persone non mi atteggio in tale maniera, sta di fatto che nella mia attuale situazione sociale ci sono dei buchi. Dei buchi enormi. Mi ritrovo a tirare l'ora anche nelle situazioni più estreme, tipo mangiare lentissimamente perchè poi per venti minuti non so cosa fare.
Basta, cazzo, non è possibile che mi ritrovo catapultato dall'altra parte d'Europa, mi trovo pure bene come stile di vita e ambientamento, ma non riesco a sopportare queste relazioni di plastica, o presunte tali (a scanso di equivoci, mi piacerebbe essere smentito, non crediate che sia felice di ciò). Quindi...no, non voglio tornare a casa. Siamo matti? Voglio che veniate voi quassù.

martedì 24 marzo 2009

Sciutvò!


Questa è stata una delle più belle. Inattesa, ristretta (in 20 metri quadri c'erano 20 persone) e popolata. Peccato mancassero gli amici storici, ma c'è da dire che anche qui in Erasmus alle feste non ci si annoia. La cosa bella è che se due persone non si conoscono, approfittano di ciò per fare conoscenza e forse è questo che distingue lo spirito Erasmus da qualsiasi altro "evento".
Tralascerò la descrizione, ma posso dire con certezza che adesso tutto ciò che sto costruendo sta venendo fuori. Lavoricchio in una radio, sto seguendo corsi interessanti e ho conosciuto un mare di persone. Era solo questione di tempo.
Mi mancano tantissimo i miei e gli amici, però so che appena tornerò ne approfitteremo per celebrare una delle grigliate/pizzate più memorabili.
Non fate cucinare me però: quella bella torta di riso che vedete nella foto l'ho fatta io. Fuori sembrava un capolavoro, ma dentro aveva un saporaccio infame.

martedì 17 marzo 2009

Primavera part time


Stavo elucubrando, in uno di quei momenti straordinarimente privi di fantasie sessuali (l'accenno di primavera, intervallato da una scarica di neve, ha fatto brutti scherzi), quale sarà il mio dopo.
Cosa mi lascerà questa città di 500mila abitanti? Cosa mi lascerà il fatto di essere scappato da un'alcolizzata capace di mettermi le mani addosso?
Non sono nemmeno a metà dell'opera, eppure ho già l'impressione che si stia delineando un pò il quadro generale e solo una forte scossa potrà cambiare il tutto.
Saranno quattro mesi non brutti, tutto sommato senza particolari sconvolgimenti. Darò qualche esame, uscirò la sera, mi toglierò qualche piccolo sfizio tipo andare allo stadio o visitare qualche posto remoto, poi prendo un aereo e torno in Italia alla mia vita di sempre. E non ci penso più.
Non era quello che volevo, lo devo ammettere. Sognavo di arrivare qui e cambiare radicalmente il mio atteggiamento, conoscere un miliardo di persone ed essere amico di tutti, avere duemila spasimanti oppure una sola grande e importante, ma per ora ho "solo" delle buone conoscenze (e non so se proseguiranno una volta tornati nella madrepatria) e a volte ho l'impressione di essere solo un sassolino marginale nell'enorme stagno di Olof. Non mi dispiace più di tanto, a casa succede lo stesso, però ci sono quelle persone e quelle abitudini che sono punti di riferimento stabili, cosa che qui non accade.
Spero di non smentire il caro vecchio Joe Strummer quando dice che il futuro non è scritto, perchè l'impressione che ho io, almeno per questi restanti quattro mesi, è un pò diversa.

sabato 14 marzo 2009

Si, questa è la musica...

Sverige, jag alskar dig. Non potevo prenderti in giro, scusa, però ogni tanto mi rendi felice con le tue canzoncine divertenti su scimmie, peti e organi genitali.
Per farmi perdonare vi butto lì alcuni buoni consigli sulla musica di questo meraviglioso paese. Stavolta sul serio.
Hardcore Superstar, proprio da Goteborg, dove vivo io. Let's glam!

Questi sono senza dubbio i miei preferiti e penso di andarli a vedere il 25 aprile sempre qui a Goteborg: i Mando Diao!

Infine i Millencolin, che sto rivalutando mano a mano....

giovedì 12 marzo 2009

Un'ampia panoramica sulla musica svedese

Apro una parentesi musicale dedicata ad alcuni capolavori del pentagono nordico.
Direi di partire con una giovane cantante/ventriloqua che si esibisce assieme alla sua scimmietta. Il duo si chiama Zilla och Totte, credo che Totte sia la scimmia.
Il brano in questione è "Jobba som en apa", tradotto significa "Lavorare come scimmia"

Del medesimo duo è presente anche la bellissima "Ketchup ska prutta", il cui titolo in italiano è pressappoco "Il ketchup fa scorreggiare".
Ecco una versione live

Passiamo poi ad un cantante purtroppo per noi, ora, nell'aldilà. Con la ben poco ambigua (non c'è proprio nulla di ambiguo, è così e basta) "Jag bara runkar" ("Io mi masturbo bene) ecco a voi Eddie Meduza!

martedì 10 marzo 2009

Metteteci il titolo che volete


Mi fa effetto pensare che sto per entrare nel mio ventiduesimo anno di età (o aspetta, ci sono già entrato l'anno scorso e questo è il ventitreesimo? Dannata matematica!) così lontano da casa. Per fortuna quello che ho scritto qualche giorno fa era solo frutto di un momentaneo e passeggero momento morto.
L'Erasmus è fatto di tanti momenti morti, a differenza di quando si è a casa e si ha sempre qualcosa da fare. C'è il bello delle feste, delle cene, degli incontri con gli altri studenti, della "vida loca" (non so come si dica in svedese), però c'è la controparte della nostalgia di casa che ogni tanto prende il sopravvento.
Dopo l'inizio un pò zoppicante, finalmente il mio Erasmus sta prendendo la piega che volevo. Inutile dire che era iniziata benissimo (con il mio tanto vantato record di precocità nell'approccio con la fauna locale), perchè tanto gli sviluppi successivi mi hanno quasi costretto a dover mollare tutto e tornarmene a casa. E' bello pensare che adesso inizia la vera vita di uno studente fuori porta, così bella che magari a luglio (e spero proprio sia così) mi piangerà il cuore all'idea di tornare a casa, dove comunque non mi dispiacerà riabbracciare la vecchia vita di sempre.

sabato 7 marzo 2009

Lamentandoci o no


Si, mi lamento sempre, lo so. L'argomento giornaliero è sicuramente quello che a me sta più a cuore e cioè: l'alcool. La Svezia è tra i paesi più grandi consumatori della Via Lattea di birra e questo fa si che la mia recensione veda estremamente di buon occhio la Pripps Bla (che ruberò dai supermercati, anzi,Systembolaget, per farla recapitare in Italia a qualche impresa malintenzionata) e la Falcon, tuttavia mi preme dire che i vichinghi se la cavano molto male coi vini.
Vini italiani? Si, ma solo quelli cari. Se cercate una bottiglia di Sangiovese o Barolo non particolarmente pregiate..ahahaha, ma dove credevate di essere? In una vineria?
Potrete però trovare senza particolari problemi vini provenienti dal Bhutan piuttosto che dal Kazakistan a prezzi particolarmente irrisori. Ne ho bevuto uno dal Sudafrica, sapeva di chinotto andato a male.
Il Sangue di Giuda (nella foto) è materia organica di colui che tradì Gesù Cristo. Ne più, ne meno.
Però dai, mi lamento di sto posto, ma alla fine mi ci trovo bene. E' la patria dei dolci. Ho fatto letteralmente l'amore con i Semlar (sono delle paste con la crema....eh grazie al cazzo che spiegazione, vorrei vedere voi al mio posto), ma la cosa più buona sono le cosiddette caramelline morbidone. Da noi devi fare un mutuo per comprarne un sacchetto. Qua è quasi gratis. Le trovi ovunque, ti inseguono, ti cercano per strada. I dentisti in Svezia guadagnano un casino (anche in Italia, ma qui di più).

giovedì 5 marzo 2009

S.P.Q.S (sono pazzi questi svedesi)


Due avvenimenti capitati nel giro di pochissimi minuti, aventi come filo conduttore lo sparvagn, meglio noto fra noi non-svedesi come tram.
Alla fermata gotemburghese di Vasa-Victoriagatan (che "gatan" vuol dire "vie"...perchè dev'essere plurale?) un uomo si toglie i pantaloni, li butta nell'immondizia e se ne mette un paio nuovo.
Una ragazza, dal tram che va a Tynnered, lo guarda con gli occhi di un cartone animato.
Lo guardo anche io. Mi dice qualcosa in scandinavo che non capisco, ma presumo possa essere "Cosa guardi, pirla?". Arriva uno che gli dice qualcosa che presumo sia "Allora, come va?" e si mettono a fumare.
Salgo sul mio sparvagn che mi porterà a casa ed assieme a me due giovincelle, dall'età che non riesco ad identificare vista la capacità degli svedesi di confondere l'ufficio anagrafe (ci sono svariati adolescenti che poi in realtà hanno 25 anni e stanghe incredibili sotto i 15), ma che presumo sia attorno ai 18 nostrani. Nelle mie orecchie scorrono penso i Green Day, quando udo un rumore a me familiare. Cos'era, un gemito? Vabbè, riprendiamo l'ascolto. Forse stavo sentendo i Buzzcocks, comunque ancora sto gemito. Vabbè adesso spengo, mi tengo le cuffie. Noto che i passeggeri attorno a me hanno un'espressione che va dal divertito allo scandalizzato. Le due giovini, in fondo al tram, stanno fingendo degli orgasmi. Lo fanno rumorosamente. Tipo "Harry ti presento Sally". Scelgo la parte "divertito", ma anche quella "se su sto tram ci fossimo solo noi 3 ve lo do io..."
Scendono, ho dell'ottimo materiale per l'autoerotismo giornaliero.

nella foto, una COOP NeRA

mercoledì 4 marzo 2009

Perchè fermarsi?


Perchè non continuare a scrivere sul blog? Non me ne frega un cazzo se poi alla fine non legge quasi nessuno, anzi ancora meglio così posso parlare meno cripticamente.
E ancora di più, perchè fermarsi proprio ora, in tutti i sensi?
Sono qui e ormai ci devo restare: tanto vale rimboccarsi le maniche.
Sono stufo di essere il solito Enrico che si lamenta, chiede agli altri cosa fare e poi non combina niente uguale: la prossima volta non chiederò agli altri così faccio prima. No, scherzo, qui al nord conviene darsi una svegliata perchè non c'è nessuno a rifare il letto, a pulire la stanza e dirmi di non bere troppo.
Mancarmi, mi manca tutto. Fortissimamente tutto. Ucciderei per una fetta di torta di riso.
Tuttavia è l'occasione che ho per farmi valere, ai fornelli come in giro, a letto (in ogni accezione possibile del termine) come a scuola.
Non fermiamoci, il nord chiama (sembra uno slogan della Lega, lo so)

domenica 1 marzo 2009

La mia vita blå-vitt


E' quasi un mese che non aggiorno il blog e un pò mi vergogno perchè avevo deciso di renderlo il bollettino ufficiale delle mie avventure e disavventure in Svezia.
Non avevo calcolato che potessero succedermi tante cose in così poco tempo e ne sono stato talmente travolto che ho pensato di non scrivere più qui.
Non lo so se continuerò ad aggiornare queste pagine sintetiche attraverso i cavi dell'Adsl o se mi fermerò oggi, qui.
Sono partito per la Svezia perchè volevo dimostrare a tante persone, ma prima di tutto a me, che ce la posso fare da solo.
Sono arrivato e ho trovato una persona che all'inizio mi sembrava potesse darmi una nuova scossa in questa strana esperienza chiamata Erasmus, invece dopo i primi giorni di delirio, è crollato tutto.
Sono scappato e sono contento di averlo fatto perchè non mi sentivo al sicuro e sono ancora più contento di aver dimostrato di sapermela cavare anche nelle situazioni più difficili, dove a volte i nervi tendono a disfarsi e distruggere quel poco che avevi ben saldo tra le mani.
Quando sono entrato nella mia nuova casa mi sono sentito solo, infinitamente solo. A darmi il benvenuto, fuori dalla finestra, c'era un uccellino, di quelli carini che non ti sporcano il davanzale e magari sono contenti se gli lasci due briciole: appena compro il pane gliene lascerò due-tre.
Ho iniziato a girare per la città, a conoscerne i posti più interessanti e ho anche provato a fare conoscenza con qualcuno. Non so dire se si tratterà di amicizie di lunga data o se è solo un espediente per non annoiarsi troppo, però forse anche la solitudine bene o male se ne sta andando.