martedì 10 marzo 2009

Metteteci il titolo che volete


Mi fa effetto pensare che sto per entrare nel mio ventiduesimo anno di età (o aspetta, ci sono già entrato l'anno scorso e questo è il ventitreesimo? Dannata matematica!) così lontano da casa. Per fortuna quello che ho scritto qualche giorno fa era solo frutto di un momentaneo e passeggero momento morto.
L'Erasmus è fatto di tanti momenti morti, a differenza di quando si è a casa e si ha sempre qualcosa da fare. C'è il bello delle feste, delle cene, degli incontri con gli altri studenti, della "vida loca" (non so come si dica in svedese), però c'è la controparte della nostalgia di casa che ogni tanto prende il sopravvento.
Dopo l'inizio un pò zoppicante, finalmente il mio Erasmus sta prendendo la piega che volevo. Inutile dire che era iniziata benissimo (con il mio tanto vantato record di precocità nell'approccio con la fauna locale), perchè tanto gli sviluppi successivi mi hanno quasi costretto a dover mollare tutto e tornarmene a casa. E' bello pensare che adesso inizia la vera vita di uno studente fuori porta, così bella che magari a luglio (e spero proprio sia così) mi piangerà il cuore all'idea di tornare a casa, dove comunque non mi dispiacerà riabbracciare la vecchia vita di sempre.

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