lunedì 25 ottobre 2010

Hai mai pensato di essere fucked up?

Attenzione, post ai minimi storici di autostima. Contiene accenni sessisti, politicamente scorretti ed incitamenti al fallimento.

Il problema grosso è che quando prendo in mano un libro e sfoglio le prime 20 pagine mi vengono dei complessi interiori. Al tempo di "Jack Frusciante" avevo finito il libro con la ferma convinzione che avrei fatto un anno all'estero perdendomi molte cose nella mia madrepatria (sull'anno all'estero, alla lunga, avevo ragione, sul "perdere" ho i miei dubbi) e che ovviamente avrei conosciuto la donna della mia vita mezz'ora prima di partire sull'aereo.

Un'altra sberla pesante fu "Max e Helen", che mi portò a temere (ma abbiate pietà, avevo 13 anni) che in caso di genocidio mi sarebbe toccato vagare per l'Europa, essere internato prima in un campo tedesco e poi in uno sovietico e poi la donna della mia vita (quella conosciuta mezz'ora prima di salire sull'aereo, per intenderci) l'avrei rivista dopo 20 anni.

Di recente ho scoperto l'utilizzo dell'ordine online per l'Internet Book Store e quindi ogni tanto ordino alla genitrice di attendere l'arrivo del postino con un plico indirizzato a me. I complessi ovviamente sfiorano l'irreale.

Ieri sera leggo la frase "Si può pensare di essere finiti a 26 anni?". A me va di buono che 26 anni non li ho ancora, ma talvolta leggo nelle imperscrutabili azioni della giornata un minimo comun denominatore: la sfiga e la trasparenza. Sono quello che a volte per attirare l'attenzione una persona distante mezzo metro ci impiega dieci minuti, sono il primo a cui un dirigente sportivo in giornata negativa risponde male. Nel privato, sono quello a cui cade un'intera confezione di cereali per terra dopo un assurda presa dalla credenza. Se non credete, "venite venite quaggiù". Sono cose che mi capitano sistematicamente ogni tot.

Per non crollare psicologicamente bisogna avere armi a doppio taglio, ad esempio una mente geniale e contorta con la quale vendicarsi, ma non è abbastanza. Bisogna avere soldi nel portafoglio, che rendono una persona tendenzialmente più felice, più disposta ad affrontare il mondo con piglio ottimistico e anche in grado di sobbarcarsi qualche responsabilità economica, ma di soldi non ce ne sono e visti i tempi continueranno a non esserci. Cosa potrebbe aiutarmi? Un lavoro, ma fare quello che mi piace è difficile, ci vogliono conoscenze e amicizie (a volte parentele) importanti, e in realtà so fare poco altro. E in genere quando mi propongono qualcosa o mi rifiuto di fare tale lavoro (agente assicuratore???? Bleah!!!) oppure rifiutano loro (commesso, cameriere ecc.) perchè tanto sanno che al primo colpo di fortuna alzo i tacchi. Una donna? Si, ma purtroppo credo di aver ereditato l'aspetto fisico di Lino Banfi (aspettate un paio di anni e vedrete che fine fanno i miei capelli) e la profondità del cane dei Griffin, che non è affatto stupido, ma tende a bere troppo e quando non beve è comunque iper-eccitato.

Cosa ancora più catastrofica, se ci pensi a mente fredda, è la seguente: senza studio non si lavora, ma con lo studio si può fare solo certi tipi di lavori (non venitemi a dire che un laureato può fare l'operaio, perchè dopo due giorni lui ha voglia di suicidarsi e l'azienda di licenziarlo), senza lavoro non si può comprare nulla per cui i vestiti rimangono gli stessi, non si può uscire la sera, non si conoscono persone, niente donne perchè costa molto portarle fuori a cena (dannazione, non erano per la parità dei sessi?) e non ci si può permettere nessun regalo neanche per il compleanno, "anzi per le candeline facciamo metà, sono 3,82 amore, mi devi 1,91€".

venerdì 22 ottobre 2010

TAM&SWTBMT Animali molto stupidi

Seconda puntata della rubrica "Tales about me and my strange way to brush my teeth" dedicata ad un racconto già proposto su Facebook. Per gli amanti degli animali.

Nella storia tre animali si sono distinti per la loro ottusità che li ha pian piano portati all'estinzione prematura.

Il primo di tutti era il Grancio, un piccolo mollusco così chiamato dagli scienziati moderni (è vissuto nel Cretaceo) perchè aveva le fattezze di un granchio, ma con la testa molto tondeggiante, simile ad un arancio, che peraltro era il colore di questo piccolo essere.

Il Grancio viveva in media 3-4 anni ed è stato proprio questo il periodo in cui è riuscito a sopravvivere. I primi esemplari, nati da una serie di incroci, sono subito morti e gli altri hanno fatto la stessa fine.

Era uno degli animali con i limiti di apprendimento più bassi. Non sapeva procacciarsi il cibo, era vittima di qualsiasi altro predatore, anche quelli molto più piccoli. Gli animali vegetariani, non potendolo mangiare, lo prendevano in giro. Aveva comunque una forte coscienza di sè per cui molti si sentirono offesi e si suicidarono gettandosi tra le fauci del Pesce Napoleone, uno degli animali più arroganti mai esistiti.

Non era nemmeno in grado di accoppiarsi, si narra che due granci riuscirono a farlo (oltretutto erano ermafroditi, ma non ne capivano molto bene il significato) e al momento della schiusura delle uova scapparono per la paura, così il piccolo Grancio venne lasciato lì a morire.

Un altro animale molto stupido era il Porscione Reale, vissuto sulla Terra tra il 1730 e il 1735. Era un curiosissimo animale con quattro zampe, del pelo, la coda e faceva "Bau". Del tutto simile a un cane, si differenziava per il fatto di essere stato introdotto sulla Terra dagli alieni, convinti che in realtà i cani fossero la specie dominante nella quale inserirsi per poi dominare il mondo.

I cani stessi erano convinti che si trattasse di cani veri, ma dopo un pò si accorsero che erano completamente immobili, stavano fermi. Dentro c'erano dei circuiti elettrici che ovviamente non erano stati inventati dagli umani, per cui quando due pastori sardi ne "uccisero" uno per mangiarselo notarono che dentro c'era della roba mai vista e si spaventarono un pò. Passarono col mangiare altre forme di vita.Il motivo della loro totale immobilità era che gli alieni si erano dimenticati le pile sul pianeta e abitando a 8mila anni luce di distanza ci avrebbero messo troppo a prenderle. Provarono a mandare un Porscione Reale al Supermercato (che non esisteva), ma questo stette immobile per 10 anni. Gli alieni se ne andarono dalla Terra convinti che fosse un pianeta completamente inutile da conquistare. I Porscioni pian piano si biodegradarono.

L'ultimo animale molto stupido era il Cerchiattolo , un animale piccolissimo, microscopico. Così piccolo che neppure si vedevano tra di loro per cui quando ne incontravano uno in giro non sapevano che era della loro stessa specie. A dire il vero non era un animale per niente stupido anzi, alcuni di loro riuscirono a formare delle comunità e realizzarono delle scoperte scientifiche che gli umani mai riusciranno a fare, erano in grado di tramutare in energia qualsiasi cosa, il problema era che erano grossi più o meno come un atomo per cui nessuno se ne rese mai conto. La loro stupidità è data dal fatto che erano animali molto suscettibili, per cui quando incontrarono un cucciolo di formica (grosso anche lui più o meno come un atomo, ma destinato a crescere) gli dissero di raccontare tutto alle formiche, però il cucciolo di formica era anche un gran bastardone per cui non solo non glielo disse, ma spiegò alle formiche che i Cerchiattoli lo avevano preso in giro. Le formiche non potevano prendersela con loro perchè non li vedevano, ma questo anonimato li portò a prendere la via dell'alcool e morire in breve tempo.

lunedì 18 ottobre 2010

TAM&MSWTBMT Il mondo con venti minuti di ritardo

Apro oggi la rubrica "Tales about me and my strange way to brush my teeth"

Fondamentalmente ci sono tre modi per allungare tantissimo l’ora. Conoscevo un tipo che all’apparenza era molto lento. In realtà detestava avere dei periodi vuoti e di conseguenza faceva tutto in modo da poter godere di, massimo, dieci minuti di relax prima dell’impegno successivo.

Era una specie di moviola umana, il problema è che nei week-end non accade moltissimo e così se gli chiedevano di portare fuori il cane usciva alle nove del mattino, faceva un giro dell’isolato e poi rincasava alle otto di sera per cenare. Questo tipo di comportamento è difficile da tenere quando nel bel mezzo della consueta azione al “ralenti” accade un inconveniente. Un giorno stavamo andando in macchina a Milano. In autostrada ai 40 all’ora, perché tanto avevamo ancora tre ore prima dell’appuntamento con l’urologo. Abbiamo forato e gli ho chiesto di riparare la ruota e si è irrigidito un po’. Non era più abituato a fare le cose con la normale velocità umana, quindi abbiamo speso 300 Euri per far arrivare il carro attrezzi ed essere a Milano in tempo per analizzare la mia uretra infiammata. Non poteva più compiere nessun tipo di lavoro, tranne il regista della moviola al Processo di Biscardi, sfortunatamente colui che esercita alla popolare trasmissione ha ancora sei anni di marchette prima di andare in pensione. Fino a quel giorno il mio amico sarà disoccupato e il suo handicap non rientra in nessun modo fra quelli previsti per l’invalidità.

Il secondo modo me l’ha insegnato un controllore di Trenitalia. Consiste nell’inventare random un guasto al locomotore/suicida sui binari/sventura a caso e al contempo manomettere gli orari di arrivo nelle stazioni di riferimento. Di conseguenza se dovete fare il tratto Pavia-Milano sapete che partite alle 13 e arrivate alle 16, tuttavia nel bel mezzo un rinoceronte scappato da uno zoo carica il vagone ristorante e quindi rimanete fermi un’ora e mezza a tergiversare. Arrivate comunque alle 15.50 e tutti applaudono per i dieci minuti di anticipo. Questo signore per un po’ è stato Ministro dei Trasporti (non in Italia, lo avevano preso in prestito in un paese dell’ex Urss) però poi la strategia si è rivelata un fiasco perché la Transiberiana ci impiega una settimana normalmente, ma con questo nuovo concetto di trasporto pubblico il suo viaggio è variato passando a 4-6 mesi senza complicazioni.

L’ultimo modo l’ho inventato io, ma prima di parlarne lo brevetto perché secondo me è geniale. Vi dico solo due cose, che potrebbero già essere troppo rivelatrici: Jenna Jameson e un orologio Swatch tatuato sul perizoma.

domenica 10 ottobre 2010

Per il rotto della cuffia

Perchè se devo fare qualcosa, lo faccio al minimo, o all'ultimo, per il rotto della cuffia. E non senza sforzo. L'esempio più grande è stato quando sono andato in Svezia: avevo soldi a malapena per sopravvivere e sebbene mi sforzassi di non farne uscire (e la vita costasse veramente poco), sono arrivato all'ultimo giorno con 20 euro. Alle superiori per due volte mi hanno promosso all'ultimo giorno dell'ultimo scrutinio, con quattro debiti. Ho passato l'ultimo esame prima della laurea a due giorni dal limite umano possibile. Ho preso migliaia di treni ed autobus correndoci letteralmente dentro. Ho trovato la maggior parte delle mie donne quando ormai ero sul punto di non ritorno. Oggi idem. Tra mangiate, treni in ritardo presi ancora più in ritardo, preghiere al controllore delle ferrovie Le Nord, gol al 90' ecc.
Credo sia una capacità insita nel mio io, che mi permette di svaccare completamente eppure di farla franca, ma che al contempo mi costringe a fare i salti mortali per un risultato minimo, o per una soddisfazione da ultimo minuto. E sarà così per sempre credo, sono fattori che non puoi modificare.
Troverò la donna della mia vita ad un passo dalla data naturale di scadenza, avrò un figlio all'ultima chiavata, farò il lavoro dei miei sogni solo per una settimana perchè poi andrò in pensione. Il Genoa vincerà lo scudetto un quarto d'ora prima della mia morte.

martedì 5 ottobre 2010

Capire che non sei più un adolescente quando togli gli Sham 69 dalla playlist

Questa sera sono riuscito a fare una cosa che non credevo più possibile. Da quasi due anni mi ero ormai rassegnato a non poter più rinnovare la playlist del mio lettore Mp3, che siccome sono molto povero è il mio telefonino Nokia N70. Il motivo erano i miei driver e una porta USB poco reattiva alle buone parole. Sono passato col prenderla per sfinimento.
Ci sono riuscito, così come sono riuscito a scaricare quasi 60 canzoni contemporaneamente. Il computer, nonostante ben quattro anni di onorato servizio, mi ha stupito di nuovo e l'ho abbracciato come si fa con un compagno di squadra dopo il gol.
Nei due anni intercorsi fra quella playlist e quella attuale c'è la Svezia, una serie di relazioni decisamente autopunitive, qualche concerto qua e là, cinque o sei lavori diversi, una laurea e sicuramente tante altre cose che adesso non riesco a pensare perchè sono stanco.
E' così che mi sono accorto che dopo due anni gli Sham 69 non mi piacciono più, che i Creedence e i Pink Floyd quando passano sul lettore li mando avanti (non è che non mi piacciono, ma li ascolto da quando ho 16 anni...capirete bene anche voi), che i Clash invece mi prendono ancora bene. Adesso c'è più roba italiana, un pò di new-wave e anche qualcosina di elettronico, ma molto raffinato. Su tutti gli Offlaga Disco Pax (che ho conosciuto e apprezzato definitivamente in Svezia, quando ormai credevo di essermi giocato le mie possibilità musicali in formato digitale) ai quali ho dedicato la mia tesi di laurea.
Ho tolto di mezzo, insomma, molto materiale adolescenziale e post. Via quasi tutti i pezzi dei Blink nonostante li abbia visti poche settimane fa dal vivo, ho aggiunto qualcosa dei Radiohead. Poche voci femminili, credo giusto i Cranberries, Janis Joplin e i Jefferson Airplane.
Forse sto raggiungendo l'età in cui si manda definitivamente in pensione il quindicenne rockettaro chiuso al mondo come un cardinale del XIX secolo e forse anche il ventenne punk finto disadattato. Non sono mai stato indie (anche se li, e soprattutto le, ho frequentati/e), ma ho un debole per i Baustelle. Ero, forse, più simpatico e meno musone, ma per quello forse sono ancora in tempo.

domenica 3 ottobre 2010

Fossi in te, avrei paura. Di me. (If I were Tinto Brass)

Non lo sapevate? Ah no, non potete. Non credo di averlo ancora detto a chiare lettere. Sono pazzo. E non come dicono quelle ragazzine affascinate dalle "k" e dall'assorbente esterno, tipo "sOnO pAzZa e Tt lE MiE amik€ dikn k fcc ck 53bps e code fino a Roncobilaccio". No. Io parlo da solo. In più lingue. Praticamente ho sto viziaccio di allenarmi perchè, un giorno, non si sa mai, magari mi chiama il Liverpool ad allenare. Che alla fine non era una cosa scema, Benitez parla benissimo l'italiano perchè sognava che un giorno lo avrebbe chiamato l'Inter e allora si è messo lì a studiare.
Io sogno il Liverpool. O il Kiruna o qualche altra squadra scandinava. E allora sto lì a parlare altre lingue mentre qualcuno che è nell'altra stanza magari pensa che sono al telefono e sto spendendo un capitale.
- Tåget är försenat med 40 minuter ("Il treno ha quaranta minuti di ritardo" in stazione a Novi Ligure. E il treno non andava a Stoccolma, credo che Trenitalia abbia abolito quella tratta).
Un giorno l'ho fatto in treno, leggevo un libro in italiano e mi ritrovavo a muovere le labbra doppiandolo in inglese. Alla fine c'era un dialogo o qualcosa del genere e devo aver detto ad alta voce una domanda. La turista davanti a me ha risposto. Io ho cambiato vagone e mi sono messo a fianco di una pensionata che parlava in dialetto.(in realtà è stata molto meno epica. Ho detto una cosa del libro ad alta voce, la tizia mi ha guardato male perchè era inglese o forse americana e pensava che la prendessi in giro, per fortuna è scesa presto, quindi niente vecchietta).