domenica 10 ottobre 2010

Per il rotto della cuffia

Perchè se devo fare qualcosa, lo faccio al minimo, o all'ultimo, per il rotto della cuffia. E non senza sforzo. L'esempio più grande è stato quando sono andato in Svezia: avevo soldi a malapena per sopravvivere e sebbene mi sforzassi di non farne uscire (e la vita costasse veramente poco), sono arrivato all'ultimo giorno con 20 euro. Alle superiori per due volte mi hanno promosso all'ultimo giorno dell'ultimo scrutinio, con quattro debiti. Ho passato l'ultimo esame prima della laurea a due giorni dal limite umano possibile. Ho preso migliaia di treni ed autobus correndoci letteralmente dentro. Ho trovato la maggior parte delle mie donne quando ormai ero sul punto di non ritorno. Oggi idem. Tra mangiate, treni in ritardo presi ancora più in ritardo, preghiere al controllore delle ferrovie Le Nord, gol al 90' ecc.
Credo sia una capacità insita nel mio io, che mi permette di svaccare completamente eppure di farla franca, ma che al contempo mi costringe a fare i salti mortali per un risultato minimo, o per una soddisfazione da ultimo minuto. E sarà così per sempre credo, sono fattori che non puoi modificare.
Troverò la donna della mia vita ad un passo dalla data naturale di scadenza, avrò un figlio all'ultima chiavata, farò il lavoro dei miei sogni solo per una settimana perchè poi andrò in pensione. Il Genoa vincerà lo scudetto un quarto d'ora prima della mia morte.

Nessun commento:

Posta un commento