mercoledì 29 settembre 2010

Vallo a dire...

Ultimamente va di moda inserire, negli annunci di lavoro (per me lavoro è qualcosa che tu fai, una specie di servizio per qualcuno, tipo scrivere articoli, vendere frutta e verdura, insegnare grammatica latina o fare i pompini) richieste di prestazioni in cui si conclude che la collaborazione non è retribuita.
Orca miseria, ma allora qui c'è un problema con la lingua italiana. Se io volevo fare del volontariato andavo alla Croce Rossa, o visitavo un sito a caso sul volontariato dove potevo trovare i vostri annunci, magari senza la dicitura "la collaborazione non è retribuita" perchè almeno già lo so.
E non mi venite a dire che comunque siete una testata importante, che fornite visibilità eccetera perchè non comparite nemmeno su Google News, dove è già tanto se non ci finisce pure questo blog.
E poi voglio dire, prova te ad andare da un fruttivendolo e dirgli "Le banane sono buonissime, si vede che sei un esperto, ma non te le pago. Però stai tranquillo che vado a dire in giro che la tua frutta è la migliore". Il giorno dopo cammini a quattro zampe.
Vallo a dire a una mignotta che i suoi pompini sono i migliori della statale, che non la paghi, ma che scriverai il suo cellulare sui cessi della Torino-Piacenza.
Lavoro è quando fai, diciamo, un tot di ore di lavoro e vengono retribuite il giusto. Per me scrivere 1000 articoli per 500 euro è una truffa, perchè al giornale con cui collaboro mi danno anche 5 euro per un pezzo, sfortunatamente è un settimanale e quindi negli altri sei giorni della settimana devo trovare altro. Sfortunatamente viviamo in un paese dove se qualcuno ti chiede di fare qualcosa lo devi solo ringraziare senza chiederti quanto ti daranno o che stronzate vorranno farti scrivere, l'alternativa è lamentarsi in privato. Gratis per gratis, almeno faccio quello che voglio.

domenica 26 settembre 2010

Avete mai pianto per una partita di Eccellenza?

Una settimana a infilare la testa fra le api mi fa riapprezzare perfino il lavoro al bar. Figuriamoci entrare al "Moccagatta" con 2000 persone che ululano per un gol di Marco Martini.
E' una passione di lunga data, nata nell'agosto 1995 quando per la prima volta varcai il cancello di uno stadio: Juventus-Sporting Lisbona 0-1, amichevole. Nulla più rimase come era prima.
Ho covato il desiderio quasi sessuale di commentare una finale di coppa del mondo (e tutt'ora lo covo, visto che la Novese non riesce mai a qualificarsi per i mondiali, chissà poi perchè), ho pianto per un gol di Gerini al Corsico, ho litigato con degli allenatori, ne ho intervistati altri (per la cronaca, oggi è toccato a Gigi Simoni, ex Inter), ho portato la mia ex morosa allo stadio un milione di volte guadagnandomi il suo odio perpetuo. Vi so dire con precisione certosina cosa facevo e dove mi trovavo in occasione delle ultime quindici stagioni calcistiche.
Per gli snob che immaginano il calcio come un passatempo preso troppo sul serio, chiedo umilmente di leggervi qualcosa di Nick Hornby. Capirete perchè il calcio influisce così tanto sulla nostra psiche, quasi come se fosse una passione che ci hanno appioppato e che non abbiamo scelto coscientemente.
Credo che i quattro scudetti vinti dalla Juve nei miei cinque anni di superiori (notoriamente quasi privi di sesso) abbiano attenuato ogni istinto omicida e suicida. Mi ricordo che il primo appuntamento con una ragazza l'ho avuto il giorno della finale di Coppa Carnevale di Viareggio Juventus-Empoli (3-3, ripetizione 3-0). Farò battezzare mio figlio da Paolo Montero. La colonna sonora sarà "All I want for Christmas is a Dukla Prague away kit" degli Half Man Half Biscuit.

venerdì 24 settembre 2010

La mia vita a un centesimo al grappolo

Per diventare grandi è probabile che uno dei passaggi fondamentali della vita sia mettere la testa dentro una cassetta per le api. Lo so perchè l'ho fatto oggi, ovviamente non di mia spontanea volontà. Sono le quotidianità che si ripetono se lavori ad una vite nel mese di settembre, presso un agricoltore che oltre al vino produce pure miele. Chi è allergico alle api, come il sottoscritto, starà rabbrividendo.
A colpi di 50 euro al giorno, divisi per otto ore (6,25), divisi per 60 minuti (10 cents), divisi per 10 grappoli al minuto (1 cent). Un centesimo ogni grappolo che raccolgo e butto nella cesta.
Un centesimo per un pò di sana vita all'aria aperta.
Vi ho mai detto che mi trovo malissimo in campagna, che ho il terrore degli insetti e che detesto prendere in mano qualcosa che pesi più di un chilo?
(postilla, non ho mai capito perchè nelle foto i vendemmianti hanno tutti il sorriso. io ancora un pò piangevo)
Non sto dicendo, visto che in molti l'hanno interpretata così, che sono bello, forte e simpatico e quindi i soldi me li devono regalare, per carità, però ognuno di quei grappoli gettati li dentro è stata una piccola pugnalata alle mie ambizioni. Da lunedì torno a fare il disoccupato, la fantasia per passare il tempo non mi manca.

giovedì 16 settembre 2010

Ho sentito dire

Sono ancora giovane. Mi piacerebbe poter dire sono ancora giovane e piacente, ma questa sarebbe solo una mezza verità e lasciamo che sia la giuria de la Pupa e il Secchione a valutare.
Dicevo, sono ancora giovane, ma mi stupisco delle tante cose che ho fatto.
Fare tante cose (ho iniziato presto a fare molte cose, spesso a tempo) implica, dopo un pò, conoscerle abbastanza bene. Ho fatto l'arbitro, poi il giornalista sportivo, poi l'addetto stampa. Penso di conoscere molto bene il mondo del calcio dilettantistico e giovanile. Magari ho ancora molto da sapere, ma allora diciamo che sono a un buon punto.
Il giornalista (non solo sportivo) lo faccio da cinque anni (per lo stato solo due, visto che dal 2008 ogni anno rinnovo il mio abbonamento all'associazione scribacchini falliti, a proposito quando la aboliamo?) e sono convinto di conoscere trucchi e segreti del mestiere. Magari ho ancora molto da sapere, allora diciamo che sono a un buon punto. Questo ovviamente non importa al grande complotto mondiale che fa si che io non debba avere una pensione (ma non conto di vivere così a lungo) (a proposito, l'ultima frase era piuttosto ironica, molti dicono che soffro di manie di persecuzione).
Quindi credo di aver conosciuto bene anche l'ambiente in cui ho lavorato per cinque anni, superando due cambiamenti gestionali e talvolta occupandomi di svariati argomenti, molto lontani dalla mia naturale predisposizione per palle, mazze, racchette, falli (si parla sempre di sport eh?). Evidentemente però l'opinione più importante rimane sempre quella del sentito dire.
Il sentito dire piace molto perchè fa parte di quelle certezze che mantengono saldi i pilastri della vita umana (si contano, fra i sentito dire più clamorosi, il fatto che molti politici abbiano una condotta non consona al loro ruolo, il fatto che il calcio sia uno sport particolarmente corrotto e che Maurizio Costanzo sia un giornalista) e chiaramente l'opinione di un "sentito dire" viaggia a quote molto più elevate di chi certe esperienze le ha vissute in prima persona per anni, tanto da sapere a memoria dove si trova la macchinetta del caffè, cos'è stato pubblicato nel marzo 2006 o da dove arrivano i soldi che guadagna. Per le tante cose che ho sentito dire, mi manca solo qualcosa riguardo alla macchinetta del caffè. Ma sono solo cose sentire dire.

lunedì 13 settembre 2010

Chi vuole far l'astronauta e chi invece...

C'è da dire che anche quando ero piccolo non mi mancava la fantasia. Giocavo a calcio in una squadra che adesso non esiste più, in un paese vicino al mio. Era la squadra più debole del campionato Pulcini.
La prima partita l'abbiamo giocata contro una formazione del capoluogo (vedi un paio di post indietro cosa penso del mio capoluogo di provincia) e l'abbiamo persa 22 a qualcosa. Almeno un gol lo avevamo segnato esultando come se avessimo vinto un mondiale.

In quella squadra, che perdeva contro chiunque, ero il panchinaro fisso. Il più scarpone fra gli scarponi. Ho segnato circa una decina di gol nella mia carriera (durata dal 1995 al 1999) di attaccante, e pensate che fino ai Giovanissimi non si applica la regola del fuorigioco, per cui ero continuamente di fronte al portiere nella speranza che qualcuno mi lanciasse la palla.

Ero in coppia d'attacco con uno che oggi gioca in Serie D.

Quando non ero a fare il palo della luce nell'area avversaria, il mister di turno mi teneva in panchina assieme al portiere di riserva (questo veramente forte, purtroppo l'altro portiere era il figlio di un dirigente). Io e questo mio amico ci annoiavamo e così un giorno ho iniziato a commentare come un telecronista e mi sono divertito tantissimo.

Arrivato a casa ho aperto un quaderno e mi sono inventato un campionato con coppe europee, mondiali e Mitropa Cup. Ricordo distintamente di aver fatto vincere alla Reggina la Coppa Uefa in una finale a Torino contro non mi ricordo chi.

Oggi, per dire, ero a La Spezia. C'era una partita di Serie C1 (che adesso si chiama Lega Pro Prima Divisione, ma come nome fa veramente cagare, ci tengo a farlo sapere ai vertici del calcio mondiale). E là in cima mi sono sentito come dieci anni fa quando commentavo le nostre sconfitte epiche e le poche vittorie sudate.

venerdì 10 settembre 2010

La miniatura di me stesso

(Range Life dei Pavement in sottofondo)
- Oh!
- Si?
- Enrico!
- Si, chi è?
- Sono io...
- Ma chi?
- Il tuo buonsenso
- Tu?
- Si, io
- Credevo fossi morto, come stai?
- Bene bene, scusa se non ci siamo più visti però...
- Ma è una vita che non ci vediamo, scusa ma da quando..
- ...in autogrill, sulla Torino-Piacenza, nel 2004
- Si, mi pare di si
- Sei andato in bagno e mentre uscivi ti sei dimenticato di me
- Non potevi seguirmi?
- Non ho le gambe!
- E perchè?
- Le hai vendute in cambio del Subbuteo a Natale '96
- Vero, vero. Mi spiace. Beh, come te la passi?
- Oh, magnifico. Magnifico. Ho una ragazza!
- Ma davvero? Sono contentissimo!
- Si, si
- E chi è?
- Ehm..
- Uh?
- Ah!
- Cosa?
- No era un diversivo per prendere tempo
- Allora! Guarda che chiamo quel bullo che da piccoli ci picchiava entrambi
- No no no
- Allora, chi è la sciamannata
- E' il buonsenso di quell'oca a cui sei andato dietro per mesi senza dire nulla
- Come puoi fidanzarti con un buonsenso?
- Lei l'aveva lasciato in un camerino all'Outlet
- E ora?
- Se vuoi possiamo ricongiungerci
- Come?
- Tirati giù i pantaloni
- (Piagnucola)
- Avanti
- Ok, ma fai piano
- Sarò dolcissimo

giovedì 9 settembre 2010

Twit this

Dieci minuti fa mi sono iscritto a Twitter. Sono stati i dieci minuti più noiosi della mia esistenza. Tutti a dire "Twitter qui, Twitter la". Sono entrato: posso scrivere messaggi di 160 (anzi a me dice 140, perchè? Poi a me, che se scrivo un messaggio come minimo mi partono sei sms per la lunghezza eccessiva) caratteri, posso vedere i messaggi di Giorgio Chiellini (si, lo so anche io che la Juve ha vinto con lo Sturm Graz e che ti ha convocato Prandelli in nazionale), posso leggere i commenti del mio batterista che tra l'altro ho amico anche su Facebook e scrive esattamente le stesse cose. Non riesco a contattare gli amici di Msn, tra l'altro la gente si riconosce per nickname e non per nome e cognome.

"Ma è meglio di Facebook perchè mancano i Bimbiminkia". Nessuno ti obbliga a tenerteli amici su Fb. E' bello perchè la gente che ti vuole convincere te lo fa passare come una roba ipermoderna mentre in realtà è la bacheca di Facebook con il 10% degli effettivi. Nessun'altra funzione conosciuta. Si parla di microblogging: a me il blog piace perchè è panciuto e ci scrivo dentro la merda che produco, scusate il francesismo. Preferire il microblogging al resto è come la donna che preferisce il microdotato.

Comunque volevo sfogarmi inizialmente sul mio cognome, perchè quando mi dovevo iscrivere a Twitter il formulario me l'ha chiesto, ma ne parlerò un'altra volta perchè sono già soddisfatto per la foto meravigliosa che correda questo post.

lunedì 6 settembre 2010

Me, myself and I. Quanto ti amo.

Sebbene i miei livelli medi di autostima siano mediamente inferiori al tasso di natalità in occidente, da qualche tempo a questa parte sono giunto alla inattesa e insperata conclusione che il migliore amico che io posso avere sono io stesso!
Questa è senza dubbio una grossissima novità perchè storicamente facevo parte della combriccola disperata del "Mi odio, non mi faccio capire da nessuno". Credo di aver superato anche la seconda fase che è quella "Vi odio, non mi capite". Sto per raggiungere l'edonismo sfrenato e non mi dispiace dire "Si, mi apprezzo molto, sono la persona con cui sto meglio".

Fermo restando che da anni ormai vado in vacanza da solo (e mi trovo benissimo, volete mettere poter andare dove cazzo mi pare e fare cose che il resto del mondo detesta?), non ho donne nè legami particolari (e qui forse il signor Cupido si è dimenticato che ogni anno pago la mia tessera annuale al club degli "Ok si sto bene, però se me ne mandi giù una normale, ogni tanto, sono più contento") e mal sopporto la presenza di più di due persone in un metro quadro, ho realizzato che dovrei fidanzarmi da solo. Per il sesso direi che non c'è problema, da decenni sono il mio scopamico preferito e non ci siamo mai lamentati. Poi ai miei amici reali (quelli che oltre Fb vedo fisicamente) non interessa il calcio, nè il lavoro che faccio, per cui sono abituato ad andare allo stadio da solo e commentarmi mentalmente "Bel cross!" "Hai ragione". Insomma, se non mi fidanzo da solo è solo perchè lo "Stato sentimentale" di Facebook non lo permette. Altrimenti avrei chiesto addirittura il Pacs francese e tanti saluti. Comunione dei beni e figli in provetta.