martedì 10 agosto 2010

30 minuti

Questa mattina verso le 10 i miei mi hanno chiesto di aiutare loro a portare in cortile un armadio vecchio come il mondo, che loro avevano già provveduto a smontare.

Sono stati i 30 minuti peggiori degli ultimi mesi.

Mal sopporto l'idea di fare fatica per dover lavorare. Se aggiungiamo che questo è un lavoro fatto agratis (cioè, si, i miei garantiscono vitto, alloggio, connessione internet, automobile, è per questo che quando me lo hanno chiesto non ho sbottato come farei se me lo dovesse chiedere chiunque altro) la cosa mi esce proprio male, innaturale.

A fare lavori manuali sono una schiappa di proporzioni epiche, la precisione è qualcosa di completamente lontano dalla mia sfera personale.

Sono finito a fare il cameriere senza patirci più di tanto perchè me la racconto così: è un lavoro dove si vedono tante persone.

Per il resto la mia vita è un continuo cercare di fare il meno fatica possibile e non è nemmeno una teoria errata. Se ci pensate, fare fatica fa piuttosto male. Se sei malato, la prima cosa che ti dicono è di stare tranquillo a letto, no?

Bene, per cui ora che sono dottore, anzi scienziato della politica, non mi sento molto in dovere di prendere in mano qualcosa che pesi più di 5 chili. Tolto forse il lavoro per i miei.

I miei hanno preso una casa diroccata nel 1998, l'hanno resa abitabile e spaziosa (a me non piace, ha tolto l'atmosfera della mia vecchia camera) e ora ci viviamo. E' nostra. E' per questo che li rispetto e sono soddisfatto del loro lavoro.

Una roba del genere non mi verrà mai in mente credo. Fatico a pensare di dover sacrificare tre anni di pomeriggi per portare delle cose pesanti sulle spalle, dipingere i muri, scartavetrare, ordinare mobili, parlare con geometri e architetti. E spendere soldi.

Sei mesi allo studentato Sgs a Goteborg, 350 euro al mese. Quando mi si è rotto il lavandino il giorno dopo mi hanno mandato l'idraulico a spese loro. Chi me lo fa fare?

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